02/03/2013 - 19/04/2013
from the press release: Mia arte contemporanea, Airola (Italy)
Solo show: Figural oblivion. Mia arte contemporanea, Airola (Italy)
Figural oblivion
La mostra è un vero e proprio manifesto della poetica di Lello Torchia che si serve di un alfabeto elementare fatto di tratti e incisioni per far emergere figure umane dalla materia scultorea e pittorica. I suoi segni, ben delineati nelle sculture e solo accennati nei lavori su tavola, emergono come ferite, testimoni di uno stadio interiore inaccessibile. Ogni volto porta con sé in maniera evidente il processo della sua realizzazione: buchi, impronte, striature, colpi di lama o velature di matita individuano chiaramente la fase di gestazione il cui senso ultimo non precede l’esperienza dell’artista ma sorge nell’esperienza stessa. L’artista non narra e non svela, anzi, nelle sculture alcuni elementi di ispirazione architettonica generano ombre che aggravano la drammaticità delle figure e contribuiscono a renderle più impenetrabili perché danno vita a lati invisibili ed inaccessibili di cui lo spettatore non può ottenere alcuna informazione. Similmente, nei lavori su tavola, l’autore non illustra e non chiarisce, si limita a far emergere e a fissare la presenza di quelle figure che in maniera naturale o mistica prendono vita sulle superfici di legno vivo. Queste figure, appena tracciate e fortemente consumate, sono restituite dall’artista con inserti simbolici che alludono alla condizione effimera di qualsiasi esistenza e suggellate da segni impressi in foglia d’oro come se fossero apparizioni santificate.
from the press release: Mia arte contemporanea, Airola (Italy)
Solo show: Figural oblivion. Mia arte contemporanea, Airola (Italy)
Figural oblivion
La mostra è un vero e proprio manifesto della poetica di Lello Torchia che si serve di un alfabeto elementare fatto di tratti e incisioni per far emergere figure umane dalla materia scultorea e pittorica. I suoi segni, ben delineati nelle sculture e solo accennati nei lavori su tavola, emergono come ferite, testimoni di uno stadio interiore inaccessibile. Ogni volto porta con sé in maniera evidente il processo della sua realizzazione: buchi, impronte, striature, colpi di lama o velature di matita individuano chiaramente la fase di gestazione il cui senso ultimo non precede l’esperienza dell’artista ma sorge nell’esperienza stessa. L’artista non narra e non svela, anzi, nelle sculture alcuni elementi di ispirazione architettonica generano ombre che aggravano la drammaticità delle figure e contribuiscono a renderle più impenetrabili perché danno vita a lati invisibili ed inaccessibili di cui lo spettatore non può ottenere alcuna informazione. Similmente, nei lavori su tavola, l’autore non illustra e non chiarisce, si limita a far emergere e a fissare la presenza di quelle figure che in maniera naturale o mistica prendono vita sulle superfici di legno vivo. Queste figure, appena tracciate e fortemente consumate, sono restituite dall’artista con inserti simbolici che alludono alla condizione effimera di qualsiasi esistenza e suggellate da segni impressi in foglia d’oro come se fossero apparizioni santificate.