Michele Sovente
I
Giallo luminoso, giallo che affiora
da remoti luoghi, si accende a poco
a poco la memoria, trascolora
impercettibilmente il sogno, il fuoco.
Per crepe minime d'ora in ora
si sposta la luce - barlume fioco
o nitida ferita - si innamora
di sé allo specchio il volto, per gioco.
Sembianze lì bloccate, ombre in fuga,
ecco una maschera con lunghe ciglia,
chissà che età avrà quella figura
sospesa nel gran vuoto, non si asciuga
il deserto dolore, si assottiglia
assai la vita, l'anima suppura.
II
Insegue e disfa icone la pittura
di Lello Torchia che nel fondo fruga
la fluttuante materia, la poltiglia
di nervi e sangue, appare la natura
per strappi intoppi scarti, si aggroviglia
l' (in)umana storia di ruga in ruga.
Vigile l'artista e muto implora
gli dei che in basso e in alto loco
disgregano corrodono, e ognora
rispunta la malerba, brilla il croco.
Come bestia tra la notte e l'aurora
Lello sopporta il crudele giogo
dei sensi, ma gioioso fiuta esplora
la luce in sé conclusa: scempio e rogo.
Giallo luminoso, giallo che affiora
da remoti luoghi, si accende a poco
a poco la memoria, trascolora
impercettibilmente il sogno, il fuoco.
Per crepe minime d'ora in ora
si sposta la luce - barlume fioco
o nitida ferita - si innamora
di sé allo specchio il volto, per gioco.
Sembianze lì bloccate, ombre in fuga,
ecco una maschera con lunghe ciglia,
chissà che età avrà quella figura
sospesa nel gran vuoto, non si asciuga
il deserto dolore, si assottiglia
assai la vita, l'anima suppura.
II
Insegue e disfa icone la pittura
di Lello Torchia che nel fondo fruga
la fluttuante materia, la poltiglia
di nervi e sangue, appare la natura
per strappi intoppi scarti, si aggroviglia
l' (in)umana storia di ruga in ruga.
Vigile l'artista e muto implora
gli dei che in basso e in alto loco
disgregano corrodono, e ognora
rispunta la malerba, brilla il croco.
Come bestia tra la notte e l'aurora
Lello sopporta il crudele giogo
dei sensi, ma gioioso fiuta esplora
la luce in sé conclusa: scempio e rogo.